Friday, October 27, 2006

Viaggio in Sardegna 2006 - Prima parte

Viaggio in nave

Per mia abitudine non parto in estate per le vacanze abitando in un’isola meravigliosa, la Sicilia, piena di spiagge rocciose e sabbiose con un’ acqua in alcuni punti inquinata ,in altri,o per la corrispondenza con sorgenti di acque dolci o per la distanza da centri abitati, pulitissima e con colori che variano dal blu intenso all’azzurro, al turchese e al verde smeraldo.
Così soltanto ai primi del mese di settembre incomincio a pensare alle mie vacanze.
Per la verità sono un po’ indecisa sulla destinazione,di solito la mia scelta va su posti che mi permettano uno stacco totale rispetto alla mia vita ordinaria.
Ma questa volta , allettata anche dal ribasso dei prezzi, visti gli attuali stipendi dei funzionari statali, che permettono a malapena di campare, decido di recarmi in Sardegna insieme ad un amico.
Indi , nonostante il mare agitato, ci imbarchiamo per Cagliari da Palermo insieme con sportivi, camionisti ed una coppia di sposi, lui con abito scuro, cravatta fucsia, contegno serio, dignitoso, lei, con l’occhio col difetto di venere. abito nero, elegante, lungo, degli strass luccicanti sul sedere,che formano un triangolo. Prima della partenza questi ultimi dal ponte al terzo piano lanciano dei fiori sul pontile ai parenti . Il lancio del mazzo è un’antica usanza caduta in disuso a causa dei feriti agli occhi per l’arrivo di steli dall’alto.

Cagliari, Nora e dintorni

L’indomani, giunti a Cagliari con notevole ritardo,ci rechiamo al museo archeologico e alla pinacoteca.
Quest'ultima contiene poche opere, ma di notevole pregio, per lo più retables di pittori catalani o sardi .
Il museo ,invece, il più importante della Sardegna, racchiude reperti, provenienti dai vari scavi archeologici e ricostruisce l’antica storia dell’isola.
Le origini del popolo sardo sono sconosciute.
Comunque pare che l'antico popolo dei sardhana abbia origine dalla mescolanza di navigatori provenienti dall'oriente con indigeni
Esso si è stanziato per lo più nell’ entroterra per motivi di difesa ( per la maggior parte pastori, agricoltori e non pescatori,cultori della dea madre e dell'acqua). Questa civiltà è tribale.
Si sono trovati dei villaggi in prossimità di costruzioni particolari,detti nuraghi,di cui vi sono i resti ( circa 8000 in tutta l'isola ed i più antichi risalgono anche al XVII sec . A. C.).
Questi ultimi avevano dapprima una funzione solamente dimostrativa della potenza della famiglia dominante e successivamente quella di fortezza difensiva.
La civiltà nuragica ,soprattutto nella parte interna dell'isola, è sopravvissuta sia alla colonizzazione fenicia,che a quelle punica e romana.
Alcuni vedono nel nuraghe una somiglianza col palazzo del periodo miceneo.
Ma in realtà con la Sardegna i greci hanno avuto solo scambi commerciali, importavano i minerali di cui è ricca l’isola: ferro,piombo, argento.
Sono stati trovati lingotti di piombo.
L'’isola è steta colonizzata,invece, dai fenici ,dai cartaginesi e dai romani.
Nel museo si conservano reperti fenici, punici e romani.
Dell’età del bronzo di notevole pregio sono i bronzetti, statuine trovate nelle tombe ,come pure i monili di corallo, di argento.
Si sono rinvenuti nelle tombe dei vasi usati sia per conservare i morti, che le derrate alimentari.
Nell’isola sono presenti:
le domus de jana, pare dell’epoca punica, tombe a pozzo quasi inaccessibili;
le tombe dei giganti , tombe collettive del periodo nuragico; megalitiche, a forma incrociata, le cui braccia inferiori erano curvate;
i menhir, lastre di pietra conficcate nel terreno.
I corpi venivano inumati.
Finita la visita al museo, facciamo un breve giro per il centro storico:
· il duomo, costruito nel XII sec. e successivamente rimaneggiato ,presenta elementi del periodo romanico e, nella parte interna, di quello barocco;
· i resti dell’anfiteatro romano, del quartiere della giudecca e del Bastione di Remì, da dove si gode un vasto panorama.
Purtroppo la giornata nuvolosa non permette di apprezzare a pieno le bellezze delle antiche saline, oggi dismesse, ma in esse si scorgono centinaia di eleganti fenicotteri rosa.
Verso sera giungiamo a Pula, dopo aver seguito inutilmente le indicazioni delle tombe dei giganti ed esserci per questo addentrati nelle campagne.
Era inutile cercale, perché quelle indicazioni erano state messe a casaccio nella zona per motivi turistici e di queste tombe, in realtà, in quella zona, non vi è neanche l’ombra o , se qualche resto esiste, è costituito solo da un mucchio di pietre non segnalato in loco.
L’indomani visitiamo il sito archeologico di Nora, posto sul mare in una bellissima posizione, i cui resti sono per lo più romani, del periodo imperiale, ma anche fenici e punici. La città è in parte sommersa.
Comunque sono visibili, tra l’altro, la cloaca, il teatro e le terme,le strade e la zona commerciale tutte di epoca romana.
La città pare risalga al periodo nuragico.
Del periodo fenicio si sono ritrovate delle steli ed attualmente l’università sta utilizzando degli studenti per scavare e mettere alla luce la zona sacra, ubicata nel terreno sottostante la torre spagnola.
Al tempo dei fenici la città era un importante centro commerciale con tre porti, non più visibili.

Grotte Is Zuddas

Completata la visita del sito si parte verso l’interno, alla volta delle grotte carsiche di Is Zuddas. In esse è possibile ammirare delle bellissime sale con colonne, alcune gigantesche, di stalattiti e di stalagmiti dalle forme più varie, e piccoli laghi, dove vivono dei gamberetti ciechi e trasparenti, di origine antichissima.
In Qualche volta vi sono delle concrezioni sottili,che non cadono verticali come le stalattiti, ma che vanno nelle direzioni più varie e formano un reticolato che ricopre parte della volta.
Esse hanno un unico canale entro cui scorre la goccia, a differenza delle stalattiti, in cui le gocce scorrono in tanti canali.
Le grotte , a differenza di quel che si immagina, pullulano di vita.

Isole di S. Antioco e di San Pietro

Dalle grotte si va all’ Isola di S. Antioco ,l’antica Sulci.
Essa è collegata alla terra tramite un istmo, costeggiato da un lato da uno stagno, dall’altro lato dal porto.
Facciamo un breve giro a piedi delle vie principali del piccolo centro con i suoi negozi di artigianato locale e botteghe di tessitrici .
Giungiamo alla chiesa di di S. Antioco ( martire romano, scampato alla morte rifugiandosi in una grotta dell’isola), successivamente al Forte su Pisu del periodo sabaudo, alla necropoli punica e su una collina scorgiamo il cimitero di epoca fenicia dei bambini nati morti e di quelli in tenera età, prima dell’iniziazione, il cosiddetto tophet.
Le ceneri dei bambini cremati venivano conservati in vasi. Quindi proseguiamo verso il porto.Non andiamo alla vicina isola di S. Pietro, abitata sia nel passato che ancora oggi da genovesi.