Friday, June 16, 2006

Lettera al Prof. Pietro Barcellona

Lettera al Prof.re Pietro Barcellona

Caro Prof. re
Ho letto con piacere il suo articolo sul giornale “ La Sicilia “ del 14 giugno “ Nella zattera di Prodi non c’è politica per il sud” che condivido pienamente.
Sin dai primi passi di questo Governo ho avuto l’impressione ,e come me tantissimi siciliani anche di sinistra, che questo governo , nonostante sia stato detto che intende essere il governo dell’ l’Italia tutta, si sia dimenticato che la Sicilia faccia parte dell’Italia tranne che per bloccare tutte le opere infrastrutturali necessari al suo sviluppo.
Così facendo ha creato un grande sgomento da parte di buona parte degli elettori di sinistra siciliani, che a questo punto si sentono spaesati ed abbandonati.
Si parla tanto della necessità di far quadrare il bilancio dello Stato e di risparmio e di necessità di nuove manovre. Poi sento dire che si creano nuovi apparati ministeriali, dicono a costo zero, mi domando come.
Non sento parlare di una significativa diminuzione degli stipendi e delle altre indennità dei parlamentari, né degli organi di vertice degli enti pubblici, né della spesa militare che tanto assorbe del bilancio statale, né delle consulenze esterne (solo il 10%).
Si parla, invece, di maggiori tasse per il popolo siciliano per la sanità, di bloccare i lavori già appaltati ed iniziati, con un enorme danno, sia , perché miliardi sono stati spesi invano, sia perché si lascia il territorio tutto a soqquadro.
Non si parla affatto di sviluppo, di nuova occupazione. E se lo Stato , gli enti pubblici in genere diventassero essi stessi imprenditori, visto che negli enti esistono professionisti, quali ingegneri, geometri, magari assumendo a tempo determinato per progetto,le professionalità carenti , invece di bloccare i lavori?
Parlo delle strade, delle autostrade, non certo del ponte, tali lavori verrebbero certo a costare molto meno e magari si potrebbero completare. E se gli enti pubblici invece di vendere i propri immobili pensassero di sfruttarli, magari facendo le opere necessarie, o affittandoli a terzi o utilizzandoli per le proprie esigenze , invece di pagare a privati fitti altissimi ? Vedi che enorme risparmio e che benefici per la comunità.
In quanto al ponte è ormai chiaro che nessun costo avrebbe lo Stato, visto che verrebbe fatto con i fondi della comunità economica europea e con l’intervento di privati.
Invece un enorme danno si avrebbe senza la sua realizzazione, perché si verrebbero a perdere dei finanziamenti che non potrebbero essere utilizzati per altri fini essendo collegati al progetto e si fermerebbe lo sviluppo di una regione , la Sicilia e non solo di essa, ma anche della Calabria ,e di tutto il meridione, che pur essi fanno parte dell’Italia.
Ed un enorme beneficio economico ne verrebbe all’Italia tutta con lo sfruttamento delle sue enormi risorse naturali.
La Sicilia non è fatta solo di mafia, ma di gente capace ed operosa e molte sue città ,vedi Catania,Ragusa , Modica negli ultimi anni , nonostante tutto, hanno avuto un enorme sviluppo economico, sia a livello industriale che turistico. E poi tangentopoli non è stato al nord.? Poi non capisco, questa discriminazione perché l’alta velocità, il rapido collegamento con l’Europa è necessario per il nord,, e non anche per il sud ? Si dice al sud manca anche il servizio ferroviario decente, le strade e le autostrade.
Ed allora , visto che è passato tanto tempo dall’Unità d’ Italia cerchiamo di pensare al meridione. Questa lettera vuole essere un ringraziamento al grande Professore ed un accorato appello al governo tutto ed ai ministri e parlamentari e meridionali e non.

Virginia Giuliano

Comunicazione

Chi volesse ancora leggere "Lettera a Nino di Guardo vada al sito http//:virgigiuliano.blog.tiscali.it

Tuesday, June 06, 2006

Non capisco gli uomini.Dalla parte delle donne

Non capisco gli uomini. Dalla parte delle donne. Donne per la pace

La primavera scorsa sono stata ad Ischia luogo di delizia per il corpo e per la mente e naturalmente ho visitato il castello Aragonese. Li vi è la casa del sole, con le sue mostre di pittura, le chiesette ora sconsacrate.,le varie terrazze con vedute incantevoli, vi sono giardini, ed il convento delle clarisse ora trasformato in albergo. Ho potuto visitare il loro cimitero sotterraneo .Le clarisse non venivano sepolte, ma sedute su sedili di pietra, dotati di scolatoi, e le giovani monache venivano mandate in quel luogo a meditare sulla caducità del corpo e spesso contraevano delle infezioni che le portavano alla morte. Sovente esse erano delle fanciulle rinchiuse contro la loro volontà in quei luoghi dai padri, per assicurare al primogenito maschio la concentrazione del patrimonio familiare.Scendendo ancora per le scale sono arrivata alla sala delle armi e delle torture. Vi erano macchine strizza- crani, strizza- toraci, cinture di castità femminili e maschili, disegni raffiguranti il boia che trafiggeva il petto del mal capitato con un grosso scalpello, donne legate e lasciate divorare dai ratti nelle parti intime, donne messe alla gogna, uomini incapretati,crocifissi, costretti ad ingoiare con imbuti litri di acqua.. Spesso ,alla fine confessavano delitti non commessi.
Ma il castello con le sue chiese,era anche un luogo di preghiera di grande cultura, rifugio di artisti e di intellettuali. Tutto ciò mi ha fatto pensare che l’uomo che, tanto si vanta della sua umanità,dovrebbe riflettere sul modo di comportarsi in questa vita e non sulla caducità del corpo, che ,se pure destinato a morire, serve per amare la natura con tutti i suoi esseri e per godere delle cose belle della vita. Solo adoperandoci a creare un mondo migliore per tutti,possiamo sentirci in armonia con noi stessi e con la natura che ci circonda. Si possono ottenere i risultati migliori con la cooperazione e lo scambio di conoscenze. E, continuando a riflettere ho pensato che per secoli le donne sono state e continuano ad essere lo spauracchio degli uomini.
.In Italia il diritto di voto ad esse è stato riconosciuto, solo nel primo cinquantennio del novecento , addirittura dopo la Turchia.
Nell’ambito della famiglia il marito è a tutt’oggi il capofamiglia ed i figli assumono il nome del padre.
Solo con l’ avvento della civiltà industriale è riconosciuto il ruolo della donna lavoratrice, che, con molte difficoltà, riesce ad arrivare all’apice delle carriere. Ancora oggi si parla di pari opportunità
Nella politica, fatta soprattutto da uomini , esse trovano il cammino irto di difficoltà.
Si cerca di non farle assurgere a posizioni di prestigio.
Ci si ricorda delle donne solo durante la campagna elettorale.
Dopo, si cerca di evitare di affidare ministeri con portafoglio.
La televisione fa una propaganda soprattutto alla bellezza del corpo femminile e non la considera come essere pensante. Ancora oggi la chiesa cattolica non riconosce alle donne la possibilità di esercitare il sacerdozio, esse devono stare chiuse in convento o inviate nelle missioni.
Grande ruolo è riconosciuto alla donna nell’ambito della famiglia, ma sempre in una posizione di sottordine rispetto agli uomini . Non capisco questo spauracchio . La donna è la generatrice degli uomini, li alleva,li accudisce e li accompagna alla loro maturità. Un mondo fatto di donne ,soprattutto di donne madri, sicuramente sarebbe un mondo senza guerre, le madri non vogliono mandare i loro figli, la carne della loro carne, al macello, tranne che un forte lavaggio del cervello ad esse sia fatto da ragazzine , non considerano i loro figli come numeri da sacrificare per il raggiungimento dei fini politici ed economici.
Virginia Giuliano