Per non dimenticare e nella speranza che tutto questo non sia successo invano.
Grete Weil, scrittrice tedesca d’origine ebraica che non si sentiva ebrea:
Il prezzo della sposa
Grete Weil è una scrittrice tedesca, d'origine ebraica, del secolo scorso appartenente all’alta borghesia. I suoi nonni erano ebrei, greci di origine.
Ha vissuto un’infanzia felice in Baviera e, poi, il dramma inaspettato della persecuzione e della deportazione, insieme al marito, ad Auschwtiz, durante il periodo nazista.
Gli ebrei sono diffidenti e pessimisti, ma non potevano mai immaginare il proprio sterminio.
Si è salvata ed è rimasta viva, ma segnata per sempre.
Quei ricordi si ripresenteranno alla mente come un terribile incubo per tutta la vita.
Si sente tedesca, non ebrea, come la sua cultura, non professa la religione ebraica per convinzione, recita da piccola solo delle preghiere in una lingua sconosciuta meccanicamente ed anche se a scuola partecipava all’ora di religione ebraica, sogna di Egmont e di Don Carlos.
Dell’ebraismo non sapeva pressoché niente.
Chi vive attraverso gli occhi, come lei, non sa che farsene di una religione che rifiuta l’immagine.
Riportata bruscamente a queste sue lontane origini deve ricercarle, conoscerle: lo fa partendo dalla storia di Davide di cui aveva potuto ammirare due quadri, da giovinetta e da cui era rimasta affascinata.
Da questo spunto fa delle sue considerazioni personali sugli antichi eroi e sulle personalità dei re ebraici.
Li vede come dei prepotenti, dei sanguinari, degli sregolati che nessuna considerazione hanno della vita altrui e, in particolare, delle donne.
Esprime il suo pensiero attraverso Micol, figlia di Saul, una ribelle che non condivide affatto l’idea di uno Jahvè che possa volere guerre, uccisioni, sventure per altri esseri umani, come hanno fatto Saul e David,impostori, che hanno giustificato i loro misfatti col divino volere.
Pertanto è lontana da queste sue radici e vicina, invece, a Davide solo come musicista, poeta e cantore.
Non condivide l’idea di un Dio terribile che giustifica i più atroci delitti per la conquista della terra promessa, lo sterminio d' interi popoli, donne e bambini trucidati troppo vivo è il ricordo di Auschwtiz.
Chi ha vissuto nei campi di concentramento non può giustificare tali atrocità.
Grete narra di una madre a cui i suoi aguzzini nel campo hanno fasciato i seni per non permetterle di allattare la figlia e verificare la capacità di sopravvivenza della neonats.
Non può condividere la mancanza di rispetto e di considerazione della donna, come persona dei tempi biblici..
Una donna, presso quell' antica società, acquista valore solo con la maternità, nulla vale se sterile. E’ considerata merce di scambio, lo sposo deve pagare un prezzo. E’ ammessa la poligamia. Un re può avere diverse mogli e concubine.
Il re Saul dà Micol in sposa a Davide e come terribile ricompensa chiede ed ottiene cento prepuzi di nemici filistei uccisi.
Micol lo sposa, ma non riesce a dimenticare il terribile prezzo pagato, i duecento prepuzi, e a darsi allo sposo la prima notte di nozze.
Gli promette che un giorno riuscirà a dargli un figlio, che sarà cantore e principe portatore di pace; ma il suo desiderio non è condiviso dal marito che spera di avere un figlio cantore e guerriero come lui.
Sono passati tremila anni ed il dramma si ripete, ancora persecuzioni d’uomini per mano di altri, Grete deve scappare dalla Germania assieme al marito perché perseguitata dai nazisti, il tempo è passato invano, nulla ha insegnato la storia,
Lei ha imparato, ora sa di essere ebrea, soltanto ebrea, una da eliminare, l’unica preoccupazione è sopravvivere.
Ma al momento della liberazione da parte degli americani il suo desiderio è di tornare nell’amata Germania; lo fa non senza ostacoli, vuole rivedere un giovane amico tedesco, che, forse, è scampato alla guerra, pur essendo una giovane recluta.
Non odia i tedeschi, si sente nonostante tutto tedesca, è stata anche disprezzata per questo, dagli ebrei americani che non hanno condiviso il suo rientro in Germania, e da altri sol che hanno sentito il suo idioma e che, perciò, senza sapere chi fosse, l’hanno bollata come un’assassina.
Ella non sente di avere nulla in comune con gli ebrei orientali e con quelli occidentali se non la sofferenza, la paura della persecuzione.
Purtroppo, conclude, nulla ha insegnato il muro del pianto, neanche agli ebrei che ancora oggi sono guerrieri, gente in lotta.
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