Monday, December 06, 2010

La Costituzione Italiana nell’era dell’ informatica e della globalizzazione

Siamo nelle era informatica, basta un semplice clic e le notizie volano per l’etere ed arrivano dovunque.
Un mondo meraviglioso con enormi possibilità di conoscenze e di scambi si apre davanti a noi, le scoperte si moltiplicano esponenzialmente, la scienza fa passi da gigante.
L’individuo è esterrefatto, in pochi secoli abbiamo superato tante barriere del tempo e dello spazio: telegrafo telefono, cinema, televisione, treni, auto, aerei, satelliti, internet. Possiamo rivederci come eravamo in passato, sentire la nostra voce da bambini, spostarci velocemente, interconnetterci con tutto il mondo.
Tutto questo crea meraviglia e paura, il mondo tutto avanza a grande velocità e miete vittime, travolge i più deboli ed indifesi, non siamo ancora abituati a gestire bene questi progressi, che a volte ci sfuggono di mano.
I confini vanno a sfumarsi sempre più, nonostante le resistenze dei popoli e dei singoli, è un processo inesorabile, bisogna adeguare le leggi alla nuova realtà. Le leggi degli stati non possono valere più solo per i cittadini, ma per tutti gli abitanti.
Da ciò l’esigenza di legiferare, non bastano più la Dichiarazione Universale dei diritti umani, la Carta Costituzionale Europea, le Costituzioni delle varie Nazioni, anche quelle democratiche, non sono adeguate ai tempi.
La nostra Costituzione, che è quella di una Repubblica democratica fondata sul lavoro, è del 1947, molto evoluta per i suoi tempi, frutto del lavoro dei padri costituenti, va rivista, senza snaturarla, bisogna lasciare tutto ciò che c’è di buono, non toccare la sua natura democratica se non per ampliarla, i poteri dello Stato sono divisi ed indipendenti l’uno dall’altro e tali devono rimanere, senza tale divisione viene meno la democrazia. Le disfunzioni, gli abusi sono dovute agli uomini e non alle disposizioni.
La Costituzione dichiara l’uguaglianza dei soli cittadini di fronte alla legge, afferma che la nostra è una repubblica democratica fondata sul lavoro e riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale, ma il diritto al lavoro e alla giusta retribuzione, che garantisca un’esistenza libera e dignitosa, è solo per i cittadini e non anche per gli immigrati regolari che pur sono una forza produttiva del nostro paese; queste disposizioni vanno cambiate; i principi fondamentali, i diritti e i doveri vanno estesi a chiunque abiti regolarmente nel territorio dello Stato, tanto più che rappresentano una risorsa del paese. Non si può ignorare la presenza di altre religioni, oltre quella cattolica, nel nostro Stato, tutte sono egualmente da rispettare, ma occorre affermare con maggiore forza la funzione laica dello Stato e la sua sovranità sul territorio, non ci può essere vera democrazia senza laicità. Il diritto alla salute è riconosciuto già come diritto fondamentale dell’individuo, la scuola è aperta tutti. La Repubblica promuovere lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica, tutela il paesaggio, il patrimonio storico artistico della Nazione. La gestione di tali risorse, quindi, non può essere lasciata ai privati, diverrebbero un lusso di pochi e lo stesso vale per la sanità e per qualsiasi servizio essenziale, sarebbe incostituzionale, è possibile il sistema misto con l’ alta sorveglianza dello Stato, il privato tende a seguire la regola del maggior profitto.
Lo Stato Italiano ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà dei popoli e come mezzo di risoluzione dei conflitti internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicurala pace e la giustizia tra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo Queste norme di principio fondamentali possono essere variate solo per ampliarle, e naturalmente vanno applicate. La via indicata dalla nostra Costituzione è quella della pace, dell’uguaglianza e giustizia tra le Nazioni, dei trattati internazionali, delle limitazioni della sovranità con accordi reciproci i, del promuovere e favorire gli organismi per il raggiungimento di tali scopi.
Virginia Giuliano

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