Monday, July 03, 2006

Viaggi di donne: Bangkok koi Samui

Viaggio in Tailandia

Negli anni 90 ho deciso di recarmi, insieme ad una amica , in Thailandia, Bangkok- Koi Samui
Recatami in agenzia , con mio grande stupore, mi è stato chiesto quale tipo di viaggio volessi fare per la scelta dell’albergo, se di tipo culturale o sessuale. Ho risposto che naturalmente il mio era un viaggio di tipo culturale.

Bangkok
Una volta arrivate all’aeroporto di Bangkok ;”Città degli ulivi”,siamo state accolte da una guida locale , che parlava italiano.
Uscendo dall’aeroporto per raggiungere il pulman che ci avrebbe condotto all’albergo, siamo stati investite da un’ondata di caldo afoso, il cielo era plumbeo per lo smog, buona parte della gente usava le mascherine, il traffico era caotico.
La prima impressione di questa città con nullo di antico, ma con palazzi in cattivo stato e con le strade poco pulite in questa parte della città non è stata del tutto positiva. La guida ,nel pulman, ha
avvertito i viaggiatori dei pericoli di contrazioni di malattie per chi, recandosi in certi locali, fosse in cerca di avventura. Il pulman era pieno di turisti italiani,la maggior parte della Lombardia ed in maggioranza donne.
Giunte in albergo,parlando con alcune di queste, dall’apparente età di 60 anni, ho scoperto che esse avevano più volte fatto questo viaggio e che ,perciò, non avrebbero fatto alcun giro turistico, ma che si sarebbero recate la sera nel grande mercato di Bangkok per fare degli acquisti, che loro dichiaravano, essere convenientissimi. a Patpong.
Una volta assegnate le camere, il pomeriggio facciamo un primo rapido giro di una parte della città, che , quindi, si presenta in tutta la sua grandezza e varietà.
Bangkok era allora una città di circa 12.000.000 di abitanti, affollata di una miriade di negozi grandi e piccoli, situati anche all’interno di grattacieli in gran parte in mano ai cinesi, forniti delle più svariate mercanzie.
Lungo le strade ma soprattutto negli angoli, bancarelle con pannocchie fumanti ed altra roba e frutta la più svariata. A venderla donne ed uomini con occhi neri a mandola e con vestiti colorati.
Questa città ,per la sua grandezza mi fa paura, ho l’impressione che la concorrenza tra gli individui è spietata e che per affermarsi in essa bisogna essere lupi ed io, che ancora non lo sono e che penso non lo sarò mai , ho l’impressione che, qualora dovessi vivere in essa, potrei non farcela.
Comunque la sera , ci siamo recate nella sala da pranzo per il buffet, pieno di piatti colorati sia di cucina tailandese che internazionale, di frutta esotica e di verdura ,cotta e cruda e di bevande.
L’indomani giro in battello lungo il Chao Praya.
Sulle sue rive grattacieli, grandi alberghi, musei, teatri.
Alla fine siamo giunti all’isola di Rattanakosin,”dimora del Buddha di Smeraldo, per visitare il Grand Palace e la Cappella reale.
Un tempo l’isola era il cuore politico e culturale della capitale.
Siamo finalmente nella parte antica della città, cinta da mura.
Alla sinistra del palazzo reale, colla facciata di stile neoclassico, il quartiere delle donne,una volta abitato e governato solo da donne ai tempi della poligamia, con case, strade strette, giardini.
Avevano libero accesso, oltre al re naturalmente, solo gli operai ed i medici, quando fosse necessario . I figli del re fino alla pubertà abitavano con le loro madri.
Il gineceo era protetto dalle amazzoni, donne che praticavano le arti marziali, ma che studiavano ricamo,arte culinaria, e composizione floreale.
Una regina , verso la fine dell’ottocento, iniziò a vivere fuori del palazzo interno accanto al monarca ed assunse la reggenza in caso di assenza dello stesso e così è iniziata l’emancipazione della donna tailandese.
Altri edifici di straordinaria bellezza ,con tetti verniciati di rosso e verde e con chedi dorati ,con porte e finestre laccate, avevano ed hanno varie funzioni,tra cui le cerimonie funebri, l’incoronazione con la sala del trono e la sala dell’udienza.
In una di queste costruzioni vi è la camera da letto del giorno prima dell’incoronazione, ogni futuro re varca così la soglia del palazzo degli antenati.
La Cappella del Buddha di Smeraldo contiene questa statuetta, in verità di nefrite, che secondo la leggenda ha il merito di attirare numerosi benefici al regno che la possiede. Nel tempio statue dorate,mosaici di vetro, dipinti murali, intarsi di madreperle.
Nel Gran Palace vi è anche il più antico monastero buddista della Thailandia, entro il cui tempio vi è il Buddha disteso in attesa di morire e raggiungere così il nirvana,enorme statua dorata.
Tutt’ora abitato da monaci che praticano ed insegnano varie arti tra cui il massaggio.
Nel monastero vi era una vera e propria scuola del sapere. Una curiosità si diventa monaci in età adulta con piena coscienza ,non esistono monaci bambini.
Spesso gli uomini, una volta divenuti anziani,lasciavano le loro mogli e le loro famiglie per prepararsi alla dipartita ed entravano nei conventi diventando monaci.
. Tra gli edifici vi è anche la Biblioteca.
Come in tutte le civiltà il potere, la ricchezza, è diviso tra il potere politico e quello religioso, detentori del sapere.
Abbandonato il Gran Palace ci rechiamo nel grande spiazzo “Il Campo Reale” adibito alle cremazioni delle famiglie reali e luogo anche di feste primaverili. Esso si trova di fronte al Monte Meru dove si crede che le anime trasmigrano dopo la morte.
Si torna in albergo per riuscire il pomeriggio e fare un giro per i canali dove sono allocate le case galleggianti,predisposte su palafitte, in tutte le case un altarino.
Lungo i canali , uomini e donne sopra delle imbarcazioni piene di frutta e verdura offrono in vendita la loro mercanzia ai turisti.
Questa è la parte più povera della città piena di fascino per noi turisti,ma solo per noi.
La sera cena in un ben locale dove abbiamo assistito ad uno spettacolo di marionette.
Dopo due milanesi ci invitano a far un giro per i mercati di Patpong, decidiamo, quindi, di prendere un taxi.
Lungo la strada le signore ci raccontano di una serata trascorsa in uno dei locali notturni di Patpong, dove è possibile assistere a degli spogliarelli. e dove imperversa la prostituzione minorile.
Arrivate nelle strade affollatissime di turisti e non, visitiamo le tante decantate bancarelle, piene di roba firmata contraffatta anche italiana e di stoffe e vestiti e monili tailandesi, niente di particolare pregio., ai lati delle strade i locali con delle bambine truccate per attirare i clienti.
Dove c’ è miseria i minori vengono sfruttati da chi povero non è.
E la polizia corrotta sta a guardare.
Ad un tratto ci voltiamo le milanesi si erano dileguate tra la folla, decidiamo, confuse, di ritornare in albergo.
L’indomani partenza per Koi Samui, con un piccolo aereo locale affollato di turisti italiani,in maggioranza donne e milanesi ,che si recano spesso in queste isole per godere delle bellissime spiagge.

Koi Samui

Atterriamo in questa sorridente isola con un piccolo aeroporto, un piccolo autobus ci accompagna al bellissimo complesso alberghiero immerso nella vegetazione tropicale .
Suoni bellissimi si odono nell’aria sono gli uccelli tropicali, gli alberi e le piante in genere hanno foglie enormi, anche le farfalle variopinte che volano nell’aria sono più grandi.
Oltre la costruzione principale vi sono delle abitazioni a forma di barche di legno. Sono incantata.
La spiaggia è bianchissima, dei massaggiatori ,per lo più uomini, in verità brutti, facevano dei massaggi.
Il buffet nell’albergo è pieno di bevande colorate e di pietanze e frutti variopinti.
Vi erano delle banane piccole, ma gustosissime, dei frutti somiglianti ai nostri limoni, e poi, mango, pataie ed altri, ma i nostri sono più gustosi.
Dopo essermi un poco riposata decido di fare una passeggiata lungo la riva e successivamente di addentrarmi un poco nella vegetazione, ma, subito, sto per inciampare con una radice nascosta tra le erbe.
Mi rendo conto che questa isola è meravigliosa , ma selvaggia ed insidiosa.
Sicuramente pericolosa per noi non più abituati al contatto quotidiano con la natura selvaggia.
Intravedo una casa di legno e donne e bambini scalzi intorno alla casa.
Decido di non avventurarmi da sola e faccio ritorno sulla spiaggia con i suoi colori meravigliosi.
La sera con la mia amica ci rechiamo con una specie di camioncino, il taxi locale, nel centro abitato per una strada non asfaltata.
Anche questo piccolo paese , con banche, negozi, estetisti, massaggiatori, ristoranti, locali notturni ha le strade non asfaltate.
Le poche strade sono piene di bancarelle per turisti,con tutta roba che oggi si trova nei nostri mercati.
L’indomani di buon ora mi informo per fare un giro nell’arcipelago con un battello locale e non con una gita per turisti , mi voglio rendere conto della vita degli abitanti del luogo.
Convinco la mia amica, un poco timorosa, a seguirmi .
Arrivata al porto ci imbarchiamo sul battello, in cui si saliva mettendo il piede su una grossa ruota.
Con noi erano tre stranieri e tanti indigeni vocianti,un po’ primitivi . Sul battello ci offrono frutta esotica..
La navigazione,costeggiando isole selvagge,durava circa due ore per approdare in una di esse,scendendo dal battello e prendendo una piccola barca , che imbarcava acqua, stipata di persone.
Comunque il tratto era breve.
Sbarcate, la mia amica era terrorizzata, decido di fare da sola un piccolo giro per l’isola, ma l’isola era selvaggia, mi inoltro un po,’ attraverso un ponte di corda, continuo ancora,poi decido di tornare e trovo la mia amica con i capelli drizzati.
Aveva deciso di prendere il sole sdraiata , ma si era accorta di avere accanto un grosso lucertolone, forse un varano,che la osservava.Quindi aveva deciso di spostarsi sotto una palma, ma degli indigeni ,con una lingua incomprensibile, gesticolando affannosamente, la hanno avvertito del pericolo di caduta di noci di cocco .
Dopo un po’ ci imbarchiamo per il ritorno.
Ma durante il viaggio il mare si ingrossa ed il battello sembra non farcela con le onde, infatti ad ogni ondata il motore si spegne, per fortuna, per poi riaccendersi.
Dico la verità ho pensato che avrei potuto non rivedere terra .
Alla fine siamo arrivati. La sera abbiamo mangiato in un ristorante sulla spiaggia a base di pesce. Ma quello dei nostri mari è mille volte più saporito La luna si rispecchiava nel mare argentato e tante luci di candele accese sfavillavano nei vari tavoli dei ristorantini sulla spiaggia. In questa isola incantata mi sembrava di sentire maggiormente l’influenza della luna..
La mia compagna di viaggio mi comunica che non intende più rischiare la pelle, e che pertanto per il resto dei giorni farà solo bagni e massaggi nella spiaggia antistante l’albergo.
L’indomani decido di fare un giro dell’isola con una escursione organizzata, e così vedo le bellissime spiagge, visito i villaggi con le loro case di legno e le bancarelle con frutta , verdure, ed involtini con foglie ed un interno di un impasto bianco,non so cosa sia , ma decido di assaggiarli, hanno per me un sapore tutto nuovo.
Mi reco al giardino delle farfalle e poi assisto al combattimento tra galli, tra gli spettatori, gente del luogo che facevano le scommesse. Assisto anche allo spettacolo con i serpenti e con gli scorpioni.
Nell’attesa dell’inizio dello spettacolo una bambinella, con estrema naturalezza, con una mano teneva un serpente e con l’altra il biberon, da cui succhiava il latte.
Dei ragazzi siamesi si facevano pungere dagli scorpioni che camminavano sul loro corpo, altri si facevano avvolgere dai serpenti, uno straniero, un pò gradasso, ha preso un serpente e lo ha fatto strisciare sul proprio corpo.
Un giovane siamese, infine, ha fatto uno numero col cobra.
Egli aveva tutte le mani e le braccia deformate a causa del veleno del serpente.
L’antitodo sull’isola non era reperibile e le strutture sanitarie erano quasi inesistenti.
Su tutta l’isola vi erano serpenti velenosi e scorpioni.
L’indomani mi reco in spiaggia e mi avvicino ad un bellissimo bambino, la madre,parlando nella sua lingua, mi dice di portarlo via con me. Era strano, riuscivo a comunicare perfettamente, e così gli ho risposto nella mia lingua che non potevo, ma ella insisteva. Quella madre era un’ottima donna che voleva assicurare un futuro migliore al figlio. Questo episodio mi rimarrà per sempre in mente. Successivamente con un fuoristrada, guidato da un italiano , che abitava nell’isola, mi sono recata nella foresta tropicale.Questo italiano,un milanese, rappresentante commerciale , in seguito ad un viaggio ,aveva deciso di trasferirsi sull’isola ,dove aveva acquistato in compartecipazione un bar con un tailandese ed aveva acquistato un fuoristrada con il quale effettuava giri per l’isola. Nella foresta vi erano alberi di caucciù , che rappresentavano un tempo una ricchezza per l’isola, ora soppiantati dalla gomma sintetica . Vi erano delle rocce di origine vulcaniche bellissime, che danno ,insieme alla natura tutta intorno il senso della sua grande forza, davanti alla quale noi siamo piccoli esseri, che possono in un attimo essere travolti da essa, specialmente noi cosiddetti civilizzati.Gli abitanti di questa isola,che si arrampicano nelle ripidissime pareti rocciose come delle scimmie, hanno maggiori poteri di difesa. Essi sembrano essere perfettamente integrati nella natura e danno l’impressione di essere un tutt’uno con essa, e, invece, noi occidentali,vivendo immersi nel cemento, abbiamo perso in gran parte il contatto con la madre terra e di conseguenza molte facoltà intuitive e molte conoscenze delle civiltà cosiddette più primitive.
La cosìddetta civiltà ci fà acquisire tante conoscenze , ma ce ne fà perdere tante altre. La foresta era piena di ruscelli. In mezzo ad uno di questi un monaco buddista aveva costruito la sua casa nella roccia e scolpito dei grandi massi a forma di animali, una grossa tartaruga, dei pesci. Si era ritirato in questo luogo all’età di 50 anni e in esso ha vissuto da eremita per molti anni ,fin quando non è stato divorato da una tigre. A fare questa bellissima esperienza vi erano con me tedeschi ed inglesi.. Tutte queste bellissime sensazioni mi fanno venir voglia di restare in questo paese meraviglioso per anni, ma,invece, l’indomani la dovrò lasciare per forse mai più farvi ritorno.

Friday, June 16, 2006

Lettera al Prof. Pietro Barcellona

Lettera al Prof.re Pietro Barcellona

Caro Prof. re
Ho letto con piacere il suo articolo sul giornale “ La Sicilia “ del 14 giugno “ Nella zattera di Prodi non c’è politica per il sud” che condivido pienamente.
Sin dai primi passi di questo Governo ho avuto l’impressione ,e come me tantissimi siciliani anche di sinistra, che questo governo , nonostante sia stato detto che intende essere il governo dell’ l’Italia tutta, si sia dimenticato che la Sicilia faccia parte dell’Italia tranne che per bloccare tutte le opere infrastrutturali necessari al suo sviluppo.
Così facendo ha creato un grande sgomento da parte di buona parte degli elettori di sinistra siciliani, che a questo punto si sentono spaesati ed abbandonati.
Si parla tanto della necessità di far quadrare il bilancio dello Stato e di risparmio e di necessità di nuove manovre. Poi sento dire che si creano nuovi apparati ministeriali, dicono a costo zero, mi domando come.
Non sento parlare di una significativa diminuzione degli stipendi e delle altre indennità dei parlamentari, né degli organi di vertice degli enti pubblici, né della spesa militare che tanto assorbe del bilancio statale, né delle consulenze esterne (solo il 10%).
Si parla, invece, di maggiori tasse per il popolo siciliano per la sanità, di bloccare i lavori già appaltati ed iniziati, con un enorme danno, sia , perché miliardi sono stati spesi invano, sia perché si lascia il territorio tutto a soqquadro.
Non si parla affatto di sviluppo, di nuova occupazione. E se lo Stato , gli enti pubblici in genere diventassero essi stessi imprenditori, visto che negli enti esistono professionisti, quali ingegneri, geometri, magari assumendo a tempo determinato per progetto,le professionalità carenti , invece di bloccare i lavori?
Parlo delle strade, delle autostrade, non certo del ponte, tali lavori verrebbero certo a costare molto meno e magari si potrebbero completare. E se gli enti pubblici invece di vendere i propri immobili pensassero di sfruttarli, magari facendo le opere necessarie, o affittandoli a terzi o utilizzandoli per le proprie esigenze , invece di pagare a privati fitti altissimi ? Vedi che enorme risparmio e che benefici per la comunità.
In quanto al ponte è ormai chiaro che nessun costo avrebbe lo Stato, visto che verrebbe fatto con i fondi della comunità economica europea e con l’intervento di privati.
Invece un enorme danno si avrebbe senza la sua realizzazione, perché si verrebbero a perdere dei finanziamenti che non potrebbero essere utilizzati per altri fini essendo collegati al progetto e si fermerebbe lo sviluppo di una regione , la Sicilia e non solo di essa, ma anche della Calabria ,e di tutto il meridione, che pur essi fanno parte dell’Italia.
Ed un enorme beneficio economico ne verrebbe all’Italia tutta con lo sfruttamento delle sue enormi risorse naturali.
La Sicilia non è fatta solo di mafia, ma di gente capace ed operosa e molte sue città ,vedi Catania,Ragusa , Modica negli ultimi anni , nonostante tutto, hanno avuto un enorme sviluppo economico, sia a livello industriale che turistico. E poi tangentopoli non è stato al nord.? Poi non capisco, questa discriminazione perché l’alta velocità, il rapido collegamento con l’Europa è necessario per il nord,, e non anche per il sud ? Si dice al sud manca anche il servizio ferroviario decente, le strade e le autostrade.
Ed allora , visto che è passato tanto tempo dall’Unità d’ Italia cerchiamo di pensare al meridione. Questa lettera vuole essere un ringraziamento al grande Professore ed un accorato appello al governo tutto ed ai ministri e parlamentari e meridionali e non.

Virginia Giuliano

Comunicazione

Chi volesse ancora leggere "Lettera a Nino di Guardo vada al sito http//:virgigiuliano.blog.tiscali.it

Tuesday, June 06, 2006

Non capisco gli uomini.Dalla parte delle donne

Non capisco gli uomini. Dalla parte delle donne. Donne per la pace

La primavera scorsa sono stata ad Ischia luogo di delizia per il corpo e per la mente e naturalmente ho visitato il castello Aragonese. Li vi è la casa del sole, con le sue mostre di pittura, le chiesette ora sconsacrate.,le varie terrazze con vedute incantevoli, vi sono giardini, ed il convento delle clarisse ora trasformato in albergo. Ho potuto visitare il loro cimitero sotterraneo .Le clarisse non venivano sepolte, ma sedute su sedili di pietra, dotati di scolatoi, e le giovani monache venivano mandate in quel luogo a meditare sulla caducità del corpo e spesso contraevano delle infezioni che le portavano alla morte. Sovente esse erano delle fanciulle rinchiuse contro la loro volontà in quei luoghi dai padri, per assicurare al primogenito maschio la concentrazione del patrimonio familiare.Scendendo ancora per le scale sono arrivata alla sala delle armi e delle torture. Vi erano macchine strizza- crani, strizza- toraci, cinture di castità femminili e maschili, disegni raffiguranti il boia che trafiggeva il petto del mal capitato con un grosso scalpello, donne legate e lasciate divorare dai ratti nelle parti intime, donne messe alla gogna, uomini incapretati,crocifissi, costretti ad ingoiare con imbuti litri di acqua.. Spesso ,alla fine confessavano delitti non commessi.
Ma il castello con le sue chiese,era anche un luogo di preghiera di grande cultura, rifugio di artisti e di intellettuali. Tutto ciò mi ha fatto pensare che l’uomo che, tanto si vanta della sua umanità,dovrebbe riflettere sul modo di comportarsi in questa vita e non sulla caducità del corpo, che ,se pure destinato a morire, serve per amare la natura con tutti i suoi esseri e per godere delle cose belle della vita. Solo adoperandoci a creare un mondo migliore per tutti,possiamo sentirci in armonia con noi stessi e con la natura che ci circonda. Si possono ottenere i risultati migliori con la cooperazione e lo scambio di conoscenze. E, continuando a riflettere ho pensato che per secoli le donne sono state e continuano ad essere lo spauracchio degli uomini.
.In Italia il diritto di voto ad esse è stato riconosciuto, solo nel primo cinquantennio del novecento , addirittura dopo la Turchia.
Nell’ambito della famiglia il marito è a tutt’oggi il capofamiglia ed i figli assumono il nome del padre.
Solo con l’ avvento della civiltà industriale è riconosciuto il ruolo della donna lavoratrice, che, con molte difficoltà, riesce ad arrivare all’apice delle carriere. Ancora oggi si parla di pari opportunità
Nella politica, fatta soprattutto da uomini , esse trovano il cammino irto di difficoltà.
Si cerca di non farle assurgere a posizioni di prestigio.
Ci si ricorda delle donne solo durante la campagna elettorale.
Dopo, si cerca di evitare di affidare ministeri con portafoglio.
La televisione fa una propaganda soprattutto alla bellezza del corpo femminile e non la considera come essere pensante. Ancora oggi la chiesa cattolica non riconosce alle donne la possibilità di esercitare il sacerdozio, esse devono stare chiuse in convento o inviate nelle missioni.
Grande ruolo è riconosciuto alla donna nell’ambito della famiglia, ma sempre in una posizione di sottordine rispetto agli uomini . Non capisco questo spauracchio . La donna è la generatrice degli uomini, li alleva,li accudisce e li accompagna alla loro maturità. Un mondo fatto di donne ,soprattutto di donne madri, sicuramente sarebbe un mondo senza guerre, le madri non vogliono mandare i loro figli, la carne della loro carne, al macello, tranne che un forte lavaggio del cervello ad esse sia fatto da ragazzine , non considerano i loro figli come numeri da sacrificare per il raggiungimento dei fini politici ed economici.
Virginia Giuliano

Monday, May 29, 2006

Friday, May 12, 2006

Dove sono i giovani?

.Dove sono i giovani ?
Non si dà spazio ai giovani, anche questa è violenza.

La popolazione va invecchiando., e questo si ripercuote sulla vita politica del nostro paese.
Si parla tanto di uomini nuovi , ma i volti sono sempre quelli.
Non si dà spazio ai giovani, deresponsabilizzati , ma anche privati della possibilità di inserirsi validamente nella vita sociale e lavorativa se non a tarda età.
Essi, colti e preparati, per anni stanno ad elemosinare un occupazione sicura,e spesso lavorano gratis nella speranza di un posto di lavoro.
Si profilano nuove forme di sfruttamento a volte anche da parte dello Stato.
Speriamo che gli uomini nuovi, si fa per dire , di questa nuova legislatura cambino qualcosa.
A tutto ciò i giovani non si ribellano, forse che hanno poca fiducia in se stessi ?
Sono finiti i tempi delle proteste, ci dobbiamo preoccupare.
Forse che l’educazione degli adulti , dietro un’ apparente generosa protezione, nasconde egoismo ed egocentrismo?
Ma dobbiamo pensare che essi sono i nostri figli, che un domani dovranno affrontare gioco forza la vita.
E d allora modifichiamo le leggi,creiamo le condizioni di inserimento nella vita lavorativa e sociale.
Diamo loro spazio e fiducia.
Essi rappresentano il nuovo, la freschezza, l’energia, personificano la nuova linfa vitale sono una grande ricchezza di cui una nazione non può fare a meno, hanno delle grandi potenzialità che aspettano solo di estrinsecarsi, , gli adulti hanno dietro le spalle l’esperienza e la preparazione.
E, perciò, uniamo le nostri doti ed andiamo avanti per un mondo migliore.

Lettera al Presidente Romano Prodi

Caro Presidente,
mi congratulo con lei per il risultato ottenuto nelle votazioni. a nome mio e del popolo dei viaggiatori, degli amanti della natura, della libertà , della musica, dell’arte, dell’armonia,dei cittadini del mondo, di cui faccio parte.
Il suo mandato è ,però, tanto gravoso.
Ella si è assunta la responsabilità ,insieme alla sua coalizione, di governare l’Italia e di rappresentarla degnamente.
Una volta salito al Governo, dovrà operare nell’interesse di tutti gli abitanti in Italia, non importa se di destra o di sinistra,se cattolici , buddisti ,islamici,ebrei, se uomini o donne
Gli Italiani tutti devono essere fieri della loro nazione e del suo operato,che deve essere improntato alla saggezza, pace,onestà e correttezza, rispetto degli esseri
umani e della natura in genere.
Pertanto bisogna mantenere tutte le promesse di unità, pace e giustizia nella politica interna ed in quella estera.
Per far tutto ciò insieme con la sua coalizione deve convincere a collaborare tutti i rappresentanti del popolo con fermezza, saggezza e decisione, ascoltando però e dando seguito a tutte le giuste opinioni.
Il popolo di cui faccio parte grida a gran voce bando ai preconcetti razziali, rispetto delle fedi religiose, collaborazione tra le nazioni per il bene dell’umanità, fine delle cosiddette missioni di pace e di democrazia operate con intervento militare in altri paesi.
Si auspica che mai più siano usate le bombe all’uranio impoverito,cosiddette intelligenti, che tali non sono.
Una tale politica non potrà portare che all’odio e al rancore degli altri popoli. e non si fa certo il bene degli italiani, che così vivono nella paura continua di attentati e non sono più liberi di muoversi per i paesi del mondo.
Cha finalmente ci si ricordi di dettati della Costituzione quali :
· il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali
· l’Italia è una Repubblica democratica che riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica economica e sociale
· l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politiche, di condizioni personali e sociali,
· è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli alla realizzazione di tali uguaglianze.
Sarebbe auspicabile una riforma della Costituzione che riconosca tali diritti non solo a tutti i cittadini, ma a tutti gli abitanti del suolo italiano.
Tanti auguri
Virginia Giuliano,